Tumore avanzato al rene: Nexavar
Sorafenib, principio attivo di Nexavar, è un inibitore delle chinasi che inibisce la proliferazione delle cellule tumorali in vitro. Il Sorafenib inibisce la crescita di un ampio spettro di tumori umani trapiantati in modelli muruni atimici, determinando anche una riduzione dell’angiogenesi tumorale.
Il Sorafenib inibisce l’attività di bersagli presenti nella cellula tumorale ( CRAF, BRAF, V600E BRAF, c-KIT e FLT-3 ) e nei vasi sanguigni del tumore ( CRAF, VEGFR-2, VEGFR-3 e PDGFR-beta ). Le RAF chinasi sono serin/treonin-chinasi, mentre c-KIT, FLT-3, VEGFR-2, VEGFR-3 e PDGFR-beta sono tirosin-chinasi del recettore.
Nexavar è stato approvato nel trattamento del carcinoma a cellule renali avanzato dopo fallimento di una terapia a base di Interferone alfa ( Roferon-A ) o di Interleuchina-2 ( Proleukin ) o quando queste terapie non possono essere utilizzate.
Nexavar deve essere somministrato due volte al giorno sotto forma di due compresse lontano dai pasti o con un pasto a basso contenuto di grassi. Il trattamento deve continuare fino a quando il paziente riferisce benefici senza troppi effetti indesiderati.
L’approvazione di Nexavar nell’indicazione carcinoma a cellule renali avanzato è avvenuta grazie ai risultati di uno studio che ha arruolato 903 pazienti non più responder a un precedente trattamento antitumorale.
E’ stato osservato che i pazienti che assumevano Nexavar sono sopravvissuti in media 19.3 mesi, contro 15.9 mesi di quelli che assumevano placebo. Inoltre, i pazienti trattati con Nexavar sono sopravvissuti più a lungo senza peggioramento della malattia ( 167 giorni ) rispetto a quelli trattati con placebo ( 84 giorni ).
Negli studi gli effetti indesiderati più comuni con Nexavar ( osservati in più di 1 paziente su 10 ) sono stati: linfopenia, ipofosfatemia, sanguinamento, aumentata pressione sanguigna, diarrea, nausea, vomito, eruzione cutanea, alopecia, arrossamento e dolore al palmo delle mani e alla pianta dei piedi; eritema, prurito, affaticamento, e aumento dei livelli di amilasi e lipasi. ( Xagena_2011 )
Fonte: EMA, 2011
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