La gestione dell’iperpotassiemia nei pazienti con nefropatia cronica e scompenso cardiaco


La nefropatia cronica ( CKD ) e lo scompenso cardiaco sono due entità che condividono diversi aspetti: (1) sono condizioni croniche associate a prognosi sfavorevole; (2) coinvolgono pazienti fragili che richiedono stretto monitoraggio in termini di visite e terapie; (3) sia i pazienti con malattia renale cronica che quelli con scompenso cardiaco beneficiano dei farmaci inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone ( RAAS ).

Gli inibitori RAASI determinano una riduzione significativa del rischio di sviluppare eventi cardiovascolari, morte e malattia renale terminale sia nei pazienti con nefropatia cronica che scompenso cardiaco.
Tuttavia, il loro uso si accompagna spesso all’insorgenza di iperpotassiemia.

Alti livelli di potassiemia ( maggiore o uguale a 5.0 mEq/l ) sono responsabili di per sé di un rischio aumentato di malattia renale terminale, aritmie e mortalità.
Questo rischio aumenta quando i pazienti che sviluppano iperpotassiemia sospendono o riducono il trattamento con gli inibitori RAAS, perdendone gli effetti nefroprotettivi e cardioprotettivi.

Le attuali strategie disponibili per ridurre l’iperpotassiemia comprendono la restrizione dietetica di potassio, i diuretici dell’ansa, i chelanti del potassio come il Sodio / Calcio Polistirene Sulfonato ( SPS, CPS ), il Patiromer e il Sodio Zirconio Ciclosilicato ( SZC ).

Sodio Polistirene Sulfonato e Calcio Polistirene Sulfonato hanno uno scarso profilo di sicurezza / efficacia e molte interazioni farmacologiche che ne limitano l’uso.
Patiromer e Sodio Zirconio Ciclosilicato hanno dimostrato di ridurre la potassiemia con meno effetti avversi.

In conclusione, la corretta gestione dell’iperpotassiemia è cruciale sia per il cardiologo che per il nefrologo allo scopo di migliorare la prognosi dei pazienti con nefropatia cronica e scompenso cardiaco. ( Xagena_2019 )

De Nicola L et al, G Ital Cardiol 2019; 20: 552-558

Xagena_Medicina_2019