Nefropatia indotta da mezzi di contrasto: quale strategia adottare ?


Diverse strategie sono state adottate per ridurre il rischio di nefropatia indotta da mezzi di contrasto ( CIN ).

Un’adeguata espansione di volume per via endovenosa con cristalloidi isotonici ( 1-1.5ml/kg per ora ) per 3-12 ore prima della procedura e continuata per 6-24 ore può ridurre l’incidenza di nefropatia indotta da mezzi di contrasto nei pazienti a rischio.

Ci sono dati insufficienti sui fluidi orali ( in alternativa all’espansione del volume per via endovenosa ), come strategia di prevenzione della nefropatia indotta da mezzi di contrasto.

L’emodialisi profilattica e l’emofiltrazione non hanno dimostrato di essere strategie efficaci.

Riguardo al trattamento farmacologico, il CIN Consensus Working Panel ritiene che la Teofillina, le statine ( anche note come inibitori dell’HMG-CoA riduttasi ), l’Acido Ascorbico e la Prostaglandina E1, meritano ulteriore valutazione.

L’N-Acetilcisteina ( NAC, Fluimucil ) non risulta essere efficace, in modo costante, nel ridurre il rischio di nefropatia indotta dai mezzi di contrasto.

Il Fenoldoplam ( Corlopam ), la Dopamina, i calcioantagonisti, il peptide natriuretico atriale e la L-Arginina non sono risultati efficaci.

L’uso della Furosemide ( Lasix ), del Mannitolo, o di un antagonista del recettore dell’endotelina è potenzialmente dannoso.

I farmaci nefrotossici dovrebbero essere sospesi prima della somministrazione del mezzo di contrasto nei pazienti a rischio di nefropatia CIN. ( Xagena_2006 )

Stacul F et al, Am J Cardiol 2006; 98 ( 6A ): 59K-77K




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