Interrotto lo studio CheckMate-214 a causa della superiorità della combinazione immunoterapica Nivolumab e Ipilimumab rispetto a Sunitinib nel tumore al rene in fase avanzata


Lo studio clinico, CheckMate-214, per il trattamento del tumore al rene in fase avanzata, che stava valutando due anticorpi monoclonali Nivolumab ( Opdivo ) e Ipilimumab ( Yervoy ), è stato interrotto prima della sua naturale conclusione: la sopravvivenza globale dei pazienti trattati con la combinazione immunoterapica è risultata superiore allo standard di cura, rappresentato da Sunitinib ( Sutent ), nei pazienti a rischio intermedio o elevato.

In Italia nel 2016 sono stati diagnosticati 11.400 nuovi casi di tumore al rene. Di questi, solo il 30% viene risolto con l’intervento chirurgico, nei restanti casi o si hanno metastasi dopo l’intervento o i pazienti arrivano alla diagnosi già in uno stadio avanzato. In questi casi, la prognosi non sempre è favorevole e la sopravvivenza media è di 2 anni.

Nello studio CheckMate-214, sono stati trattati i pazienti non-operabili, con una forma avanzata di cancro al rene e mai trattati con altri farmaci.
In questi pazienti la combinazione dei due anticorpi ha portato a una riduzione del rischio di mortalità del 37%.

Ipilimumab è stato somministrato alla dose di 1 mg/kg ogni tre settimane, per un totale di quattro cicli, e Nivolumab alla dose di 3 mg/kg per due settimane; questo trattamento è stato confrontato con un gruppo controllo trattato con Sunitinib, 50 mg/giorno per un mese.

Lo studio era un prima linea ( i pazienti non erano stati trattati in precedenza con altri farmaci ).

La combinazione dei due anticorpi monoclonali ha prodotto una riduzione di mortalità del 37%, raddoppiando la risposta positiva rispetto a quanto ottenuto nel gruppo trattato con Sunitinib ( 41.6 verso 26.5% ). ( Xagena_2017 )

ESMO - European Society for Medical Oncology, 2017

Xagena_Medicina_2017